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GIUSTIZIA PENALE |
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Sentenza della Corte di Cassazione n. 10491 del 16.01.2014 |
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DELITTI CONTRO LA PERSONA – DETENZIONE DI MATERIALE PEDO-PORNOGRAFICO – OGGETTO MATERIALE DELLA CONDOTTA - FATTISPECIE
La Terza Sezione della Corte ha affermato che il “materiale pedo-pornografico” individuato quale oggetto materiale delle condotte di procacciamento e detenzione incriminate dall’art. 600-quater deve consistere, quando si tratti di materiale informatico “scaricato” in internet, in files completi, incorrotti e visionabili o comunque potenzialmente fruibili per mezzo degli ordinari strumenti e competenze informatiche, dei quali sia provata la disponibilità in capo all’utente (Nel caso di specie è stata annullata senza rinvio la sentenza di condanna pronunciata in relazione a minuscoli frammenti illeggibili di materiale informatico, in un contesto nel quale non risultava provato che la frammentazione derivasse dalla parziale cancellazione di files previamente scaricati in maniera completa, né che l’imputato disponesse degli strumenti idonei alla ricomposizione in sequenze leggibili dei frammenti rinvenuti).
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Sentenza della Corte di Cassazione n. 51488 del 24.10.2013 |
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DELITTI CONTRO LA FAMIGLIA –VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI DI ASSISTENZA INERENTI LA POTESTÀ GENITORIALE – LIMITI DELL’INCRIMINAZIONE - FATTISPECIE
La Sesta Sezione della Corte ha affermato che, per la sussistenza dell’ipotesi delittuosa di cui all’articolo 570, prima comma, cod. pen., non rilevano i comportamenti omissivi contrassegnati da minimo disvalore o da mere disfunzioni dei rapporti intra-familiari, ma soltanto le condotte che, attraverso la sostanziale dismissione delle funzioni genitoriali, pongano seriamente in pericolo il pieno ed equilibrato sviluppo della personalità del minore. (Nel caso di specie è stata confermata la responsabilità di un genitore che, attraverso condotte persistenti di aperto rifiuto e totale disinteresse per il minore, aveva determinato il pericolo di indurre nello stesso sentimenti di colpa, di abbandono e di scarsa autostima, anche in ragione della sofferenza derivante dal confronto con i coetanei inseriti in contesti di stabili relazioni familiari).
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Sentenza della Corte di Cassazione n. 26966 del 20.06.2013 |
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Risponde di omicidio colposo il medico che non si oppone alla dimissione di un paziente dall'ospedale disposta da altri colleghi. |
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Sentenza della Corte di Cassazione n. 33275 del 27.08.2012 |
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Ai fini dell'ammissione all'affidamento in prova ai servizi sociali, i riferimenti alla gravità del reato commesso o ai precedenti penali o giudiziari del condannato o al comportamento da lui tenuto ben possono essere utilizzati come elementi che concorrono alla formazione del convincimento discrezionale circa la praticabilità della misura alternativa dell'affidamento in prova ai servizi sociali sicché anche il mantenimento di una condotta regolare in ambiente esterno non risulta determinante, specie se la condanna in espiazione abbia riguardato reati di obbiettiva ed allarmante gravità e sia inadeguato il periodo di carcerazione sofferto rispetto all'entità della pena ancora da espiare. La valutazione globale di tutti gli elementi emersi deve poi tenere conto della gradualità dei risultati trattamentali." Questo è il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 33275 del 27 agosto 2012. |
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Sentenza della Corte di Cassazione n. 14603 del 15.04.2010 |
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Abusivo esercizio di una professione (art. 348 c.p.) - Operatore socio sanitario - chi si improvvisa infermiere senza averne l'abilitazione non commette il reato di esercizio abusivo della professione a patto che si tratti di un'attività saltuaria, non retribuita e svolta solo per sopperire alla carenza di personale infermieristico. |
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