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articolo 1 comma 1259 della Legge 27 dicembre 2006, n. 296
Fatte salve le competenze delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano e degli enti locali, nelle more dell'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, il Ministro delle politiche per la famiglia, di concerto con i Ministri della pubblica istruzione, della solidarietà sociale e per i diritti e le pari opportunità, promuove, ai sensi dell'articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131, una intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, avente ad oggetto il riparto di una somma di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
Nell'intesa sono stabiliti, sulla base dei principi fondamentali contenuti nella legislazione statale, i livelli essenziali delle prestazioni e i criteri e le modalità sulla cui base le regioni attuano un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socioeducativi, al quale concorrono gli asili nido, i servizi integrativi, diversificati per modalità strutturali, di accesso, di frequenza e di funzionamento, e i servizi innovativi nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati, al fine di favorire il conseguimento entro il 2010, dell'obiettivo comune della copertura territoriale del 33 per cento fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000 e di attenuare gli squilibri esistenti tra le diverse aree del Paese. Per le finalità del piano è autorizzata una spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
Il piano straordinario
Il Piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, varato con la finanziaria 2007, ha previsto un finanziamento statale, nel triennio 2007-2009, pari a 446 milioni di euro per l'incremento dei posti disponibili nei servizi per i bambini da zero a tre anni, a cui si aggiungono circa 281 milioni di euro di cofinanziamento regionale, per un totale di 727 milioni di euro complessivamente stanziati, come sancito dalle Intese in Conferenza Unificata del 26 settembre 2007 e del 14 febbraio 2008.
Si tratta di un piano straordinario di intervento per lo sviluppo di un sistema territoriale che mira ad incrementare i servizi esistenti, oltre che ad avviare il processo di definizione dei livelli essenziali e rilancia una stagione di collaborazione tra le istituzioni dello Stato, delle Regioni e dei Comuni per la concreta attuazione dei diritti dei bambini e delle bambine. Tra gli obiettivi anche l'attenuazione del forte squilibrio tra il nord e il sud del Paese ed una complessiva crescita del sistema nazionale verso standard europei, per il raggiungimento, entro il 2010, dell'obiettivo della copertura territoriale del 33 % fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 2000.
Con riferimento alle prime tre annualità del Piano ad oggi sono state impegnate tutte le risorse statali e, sulla base dei dati di monitoraggio, è stato erogato alle Regioni e Province autonome dal Dipartimento oltre il 96% delle risorse statali, ovvero 429 milioni dei complessivi 446 milioni stanziati, che sono dunque stati messi a disposizione del territorio per raggiungere l'obiettivo di incrementare i posti presso i servizi socio educativi per la prima infanzia.
Rimangono da erogare le risorse del 2009 alla Regione Campania, che sulla base dei dati del monitoraggio avviato dal Dipartimento mostra maggiori difficoltà nell'utilizzo delle risorse già erogate. Nei prossimi mesi sarà possibile completare l'erogazione di tutte le risorse stanziate nel primo triennio, sulla base degli esiti del monitoraggio.
Dai dati di monitoraggio si evidenzia che alcune Regioni e Province autonome contribuiscono in termini di cofinanziamento al Piano con risorse molto più ingenti di quelle, pari a oltre 363 milioni di euro, previste dalle Intese,: ulteriori 268 milioni di euro sono stati aggiunti da alcune Regioni e Province autonome a finanziare i Piani regionali, sia ai fini dell'incremento dei posti che per sostenere le spese di gestione dei posti incrementali.
Gli effetti del Piano sono stati monitorati fin dall'inizio, anche al fine di una corretta programmazione delle risorse che si sono rese disponibili nel corso del quinquennio, attraverso un'intensa attività di monitoraggio, affidata al Centro nazionale di documentazione ed analisi per l'infanzia e l'adolescenza, con la fattiva collaborazione delle Regioni e delle Province autonome, accompagnata anche da studi ed approfondimenti su temi specifici.
Dal 2007 è pubblicato, anche on line, un Rapporto di monitoraggio che descrive l'attuazione del Piano e lo sviluppo del sistema integrato dei servizi educativi per la prima infanzia. L'ultimo Rapporto di monitoraggio al 31 dicembre 2012, è stato presentato in occasione del Seminario del 13 novembre 2013.
Anche per il 2010 e per il 2012 il Dipartimento ha destinato una quota importante del Fondo per le politiche della famiglia per sostenere ancora lo sviluppo del sistema integrato dei servizi per la prima infanzia.
Il 7 ottobre 2010, il 2 febbraio 2012 e il 19 aprile 2012, infatti, sono state sancite in Conferenza Unificata tre nuove intese con cui sono stati ripartiti rispettivamente 100 milioni, per il 2010, e 70 milioni di euro, complessivamente per il 2012, a favore delle Regioni e delle Province Autonome per proseguire, in via prioritaria, lo sviluppo dei servizi per la prima infanzia, nonché per la realizzazione di altri interventi a favore della famiglia.
Il Piano straordinario ha rappresentato una misura di fortissimo impatto e di impulso in un settore che soffre soprattutto di forti disomogeneità territoriali. Grazie al Piano straordinario sono partiti e si stanno realizzando in tutti i territori i Piani regionali che, non senza alcune difficoltà, perseguono lo sviluppo sia in termini di incremento quantitativo che di crescita qualitativa del sistema integrato dei servizi per la prima infanzia. Alle Regioni del Sud, che presentano livelli di copertura drammaticamente bassi, sono state destinate in questi anni maggiori risorse statali ma è stato anche richiesto loro un maggiore impegno in termini di cofinanziamento, ovvero l'impegno a destinare al Piano risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate - FAS (oggi Fondo per lo sviluppo e la coesione - FSC) adeguate al raggiungimento degli obiettivi di servizio del QSN. Per supportare le Regioni in questo sforzo sono state avviate dal Dipartimento azioni di assistenza tecnica rivolte ai territorio che presentano le maggiori criticità, sia nell'utilizzo delle risorse che nella programmazione dei servizi.
Oltre all'incremento di servizi di qualità, in questi anni è in forte crescita, anche grazie al Piano, la riflessione e lo stato delle conoscenze sul settore. Sono state avviate dal Dipartimento, nell'ambito del monitoraggio, diverse indagini, in particolare un'indagine campionaria sui costi dei nidi d'infanzia e la sperimentazione di un set minimo di dati da rilevare presso i sistemi informativi regionali, allo scopo di poter disporre a breve di dati certi e tempestivi sull'intero sistema dei servizi, pubblici e privati.
Intorno al Piano sono state varate dal governo altre iniziative che ne hanno potenziato gli effetti. Nel triennio 2007-2009 è stata finanziata la sperimentazione delle Sezioni Primavera, un'iniziativa del Ministero dell'Istruzione, a cui hanno contribuito il Dipartimento per le politiche della famiglia ed il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con un finanziamento globale di 90,5 milioni di euro.
Con Accordo in Conferenza Unificata del 7 ottobre 2010, la sperimentazione è proseguita anche per un ulteriore triennio, con un finanziamento complessivo pari a 41,4 milioni di euro.
Ulteriori 25,2 milioni di euro, di cui 18 del Dipartimento per le politiche della famiglia e 7,2 del Dipartimento per le pari opportunità, sono stati destinati a finanziare nel 2009 un progetto pilota per la realizzazione dei servizi per la prima infanzia presso i nidi aziendali nelle sedi della pubblica amministrazione nazionale.
Infine dal 2008, per tre anni, sono stati destinati 3milioni di euro l'anno alla realizzazione di nidi presso le sedi del Ministero della Difesa.
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